domenica 28 marzo 2010

Il patto scellerato

Il patto scellerato, di Alessandro Portelli ("Il manifesto")
Questo articolo è stato pubblicata da "il manifesto" del 23 marzo:


Avevamo un Presidente Operaio, poi abbiamo avuto un Presidente Odontotecnico, e adesso abbiamo anche un Presidente facente funzioni di Papa. Dall'alto della sua ben nota autorità etica, Silvio Berlusconi benedice la lettera di Benedetto XVI sulla pedofilia; e immediatamente il presidente dei vescovi italiani ringrazia invitando a votare a destra alle regionali. Un'autorità politica che esprime un giudizio morale, un'autorità religiosa che lancia messaggi politici: in qualunque altro paese sarebbe il mondo alla rovescia.
Ma le nostre classi dominanti non hanno mai accettato pienamente il principio democratico della separazione fra Chiesa e Stato. Così Berlusconi, nella sua infinita modestia, non potendo per il momento fare anche il Papa, si considera un'autorità più alta del Pontefice e lo conforta con la sua alta approvazione morale. E il cardinal Bagnasco, non potendo per il momento di fare il presidente del consiglio, dà la linea ai votanti riducendo la Chiesa Cattolica Apostolica Romana a comitato elettorale della signora Polverini.
Ma il fatto che ci siamo abituati non rende questa doppia invasione di campo meno ridicola da una parte, e meno pericolosa e offensiva dall'altra. Ridicolo: è roba da 1984, quando sono persone e istituzioni la cui autorità morale vacilla a erigersi a depositari della morale e dell'amore. «Perfino l'attacco alla sostanza stessa della religione cristiana» di cui straparla Berlusconi si materializza più negli abusi e nei silenzi, che in chi li denuncia. Se avesse un minimo di pudore, la Chiesa Cattolica in questi giorni dovrebbe usare toni come minimo un po' più moderati nello sbandierare il tema della «dignità della persona umana», che è certamente offesa dagli impuniti abusi sui bambini commessi da sacerdoti assai più che dal «crimine incommensurabile dell'aborto». E se avesse un minimo di pudore, Silvio Berlusconi, utilizzatore finale di escort a pagamento, dovrebbe parlare di amore e di sessualità con un po' più di umiltà e di attenzione.
Non c'è solo il ridicolo, c'è anche il pericolo. Contraddicendo Carlo Marx, farsa e possibile tragedia in questo caso coincidono. Perché quello che è in gioco in questa partita non sono l'amore, la dignità della persona umana, la vita. Siamo di fronte a due istituzioni carismatiche, che non accettano limiti, sentono erodere e sfuggir loro di mano almeno una parte del carisma e del potere, e si aggrappano l'una all'altra scambiandosi favori (anche assai più concreti e meno pubblici di una dichiarazione di sostegno) per rilanciarsi e darsi conforto. Potrebbe essere un buon segno, un auspicio di cambiamento. Ma è anche un segnale di rischio: né la Chiesa né Berlusconi hanno la minima idea di che cosa sia la democrazia, e non c'è limite a quello di cui sono capaci, pur di restare in sella.
Già il fatto di alzare così clamorosamente i toni è sia un segno di debolezza, sia un avvertimento: il potere si compatta, gli imperi sono sempre pronti a colpire ancora.
Per questo mi pare assolutamente necessario che si vada tutti a votare in queste elezioni regionali. Se Berlusconi e il cardinal Bagnasco contano su uno zoccolo duro di obbedienza e consenso, nel voto abbiamo uno strumento, magari limitato ma reale, per esprimere disobbedienza e dissenso. Candidati come Nichi Vendola o Emma Bonino, così diversi, sono comunque portatori di un'idea di vita, di amore, di sessualità, di dignità umana che è infinitamente più alto di quello mercanteggiato e svilito dal balletto politico-moralistico di questi potenti impauriti. Possiamo avere differenze e persino perplessità; ma l'entrata a gamba tesa di Bagnasco ci chiarisce che le scelte che siamo chiamati a fare non sono indifferenti, che i nomi nelle schede e nella vita non sono «tutti uguali». Se davvero abbiamo a cuore la vita (e la dignità, e anche l'amore), facciamoci sentire.

mercoledì 10 marzo 2010

lunedì 8 marzo 2010

8 marzo..festa delle donne!!!!

Non ci dimentichiamo chi siamo..non ci dimentichiamo le lotte sostenute per un'emancipazione che ci sta sfuggendo di mano, che si sta sgretolando sotto i nostri occhi.. Triste o felice l'8 marzo è una festa che fa riflettere, una festa non fatta di mimose e cioccolatini, ma di consapevolezza sul genere femminile e su come le donne ancora vengano discriminate nel mondo. Retorica, parole al vento, parole già sentite?.. Forse..ma è proprio questo lo scopo di questa festa! Risvegliare le coscienze femminili..Le donne sono addormentate, sono da troppo tempo in letargo e da troppo tempo compiacenti per quieto vivere, per sopravvivere, a un potere maschilista padronale e fascista..Troppo? Non mi pare..Gli elementi ci sono tutti per una vera riflessione..Dove stanno andando le donne??..Dove stiamo andando? Donne..svegliatevi..svegliamoci!!!

sabato 6 marzo 2010

Vergogna targata Napolitano

Che un capo dello Stato diventi servo di una minoranza politica come il PDL non riesco proprio a capirlo. Se c'è la garanzia di una democrazia in Italia, dovrebbe essere una democrazia valida per tutti con le stesse regole e gli stessi doveri.Se questi del Pdl fanno degli errori mastodontici e poi pretendono, con la scusa proprio della democrazia che loro stessi negano, di cambiare le carte in tavola, avvallati pure da un Capo dello Stato succube e venduto ai loro giochi. io questo non lo posso più chiamare un Paese democratico, ma un paese governato da incivili servi del potere del denaro e della regoletta che chi è il furbetto di turno vince sempre. Purtroppo il furbetto che si fa le leggi ad personam è già stato sbugiardato più e più volte, uscendo sempre impunito dai suoi intrallazzi vergognosi.L'Italia di Berlusconi mi fa veramente vomitare. Spero che la gente con un minimo di intelligenza e coscienza politica si renda conto che siamo ormai dentro a una dittatura che per ora, sotto la patina di lustrini tette al vento e scandaletti vari sembrerebbe bonaria e non violenta , ma che non ci metterà molto a diventarlo.Come tutte le dittature!

venerdì 5 marzo 2010

Riflessioni

«Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova»
(Euclide, 365-275 a.e.v. ca.)

“La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro”
(Gaetano Salvemini)

Uno Stato che si rispetti davvero dovrebbe essere SUPER PARTES, INCLUDENTE le varie concezioni religiose e NON religiose, ma NEUTRALE, senza privilegiarne SEMPRE qualcuna a scapito delle altre.
(Rosalba Sgroia)

"Quando i missionari vennero per la prima volta nella nostra terra, loro avevano le Bibbie e noi avevamo la terra. Cinquant'anni dopo, noi avevamo le Bibbie e loro avevano la terra."
Jomo Kenyatta (primo presidente del Kenya)

CONSTATATO CHE IL MALE ESISTE:
1. Gli dei non lo sanno: allora NON sono onniscienti
2. Gli dei lo sanno, potrebbero fare qualcosa, ma non lo fanno: allora NON sono buoni
3. Gli dei lo sanno, vorrebbero fare qualcosa, ma non possono: allora NON sono onnipotenti”
(Epicuro 341 a.c.)

Dopo la sentenza sui crocifissi in classe, minacce e intimidazioni in tutta Italia

Gli atei italiani denunciano numerosi episodi persecutori e intimidatori giunti al loro indirizzo dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sull’illegittimità del crocifisso in classe. Tre croci, accompagnate dalla scritta «Cristo», sono state dipinte sulla recinzione della casa della famiglia promotrice dell’azione legale. L’Uaar ha ricevuto messaggi minatori e insulti via mail. Il gruppo Facebook Se stacchi il crocifisso ti stacco le mani ha raggiunto i quindicimila adepti. Crocifissi sono stati appesi sulla porta della sede Uaar di Treviso, insieme alla scritta: «la vostra ragione non cancellerà la nostra tradizione». E ieri, davanti alla sede del partito radicale romano, è esplosa una bomba carta. Come firma, di nuovo un crocifisso.
«Ci pare evidente – dichiara Raffaele Carcano, segretario nazionale dell’Uaar – che questi sono i frutti della gogna mediatica allestita dai vari La Russa, Sgarbi, Santanchè, Meluzzi, sindaci leghisti, tutta la compagnia tribale che ha da subito insultato senza ritegno chi ha solo provato a difendere un principio costituzionale. Adesso, gli stessi che si sono impegnati per quel diritto costituzionale si vedono limitati nella propria libertà». A loro, alla famiglia di Abano Terme al centro della vicenda, va la piena solidarietà di atei e agnostici italiani.
«Non possiamo fare a meno di rilevare il silenzio assordante delle gerarchie ecclesiastiche su questi episodi. – conclude Carcano – Per questo ci permettiamo di suggerire loro di condannarli in fretta: se veramente vogliono convincerci che il crocifisso è un simbolo d’amore non è tacendo che ci riusciranno. E soprattutto, non è tacendo che dovrebbero fare di fronte a chi è cattolico davvero e, magari, si aspetterebbe un altro tipo di dialettica sulla questione».

Comunicato stampa UAAR