mercoledì 9 settembre 2009

Lo faranno Santo?

Con il dovuto rispetto verso la morte di un personaggio popolare come Mike Buongiorno, e cercando di non entrare a gamba tesa, nel dolore privato della famiglia, che ha tutta la mia comprensione per la perdita di un congiunto sicuramente amato, volevo solo fare alcune riflessioni da pubblico cittadino che, pagando anche un salatissimo e inutile canone Rai, si ritrova, in questi giorni, trasmissioni interamente dedicate alle varie retrospettive e al ricordo di quest'uomo, senza, ahimè, nessuna  possibilità di scelta per sfuggire, almeno con il telecomando, a questo bagno mediatico che la popolarità del presentatore televisivo evidentemente richiede..Mi risulta che quest'anno siano morti altri illustri personaggi, con un caratura e un importanza culturale che furbescamente la televisione pubblica non ha voluto rilevare..Per fare solo alcuni nomi..Pina Bausch, Maurice Beijart, e altri. E la televisione, che tutto amplia e ingrandisce, ora ci impone di Santificare questo suo discepolo come un'Icona cristiana, un quasi Santo della televisione commerciale, un Guru della televendita, un Maestro del quiz e delle varie ruote della fortuna. (che sarebbe stato fortunoso per noi non vedere mai.)  Allora la riflessione viene spontanea. A chi giova questa sovraesposizione mediatica che decide di dover sfruttare il dolore privato per una mercificazione della morte?.. Al di là di un doveroso ricordo per chi lo ha conosciuto, mi chiedo a che serve il doversi sorbire tutte queste tiritere lacrimevoli e fintamente commosse per la Santificazione di quest' uomo che nella vita è stato volutamente e coscienziosamente fagocitato dal sistema televisivo fino alla sua morte?? Ma perchè non lasciarlo almeno ora in pace nel suo bel percorso verso i Campi Elisi? E lasciare in pace soprattutto noi, ignari telecoglioni, che ancora speriamo di vedere qualcosa di decente nella televisione pubblica?? Amen

2 commenti:

  1. Un aspetto che invece mi piace è che Mike Buongiorno è stato acclamato anche come esponente di una TV ironica ma non sguaiata, insomma, in modo paradossale, se si vuole, lui che ha aiutato tanto la TV commerciale oggi è al centro di una linea di resistenza per quanto minima all'ultima incarnazione "pulp" di quest'ultima, che Mike non condivideva granchè. Poi si sa che ogni media tende all'autoreferenzialità: la Tv ama parlare di TV, i libri amano parlar di libri, il cinema di altro cinema. Così la TV parla molto di Mike e poco di altri perché Mike era un suo alfiere. PS Già ci siamo sorbiti le commemorazioni interminabili di Michael Jackson su MTV, basate sullo stesso principio d'affinità...Fernanda Pivano, che a me è nota soprattutto per aver tradotto Spoon River, invece la TV, allergica alla carta, non se la fila

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